Viaggio nelle città europee più trasgressive Ruth 27 Settembre 2021

Viaggio nelle città europee più trasgressive

‘Ogni mondo è paese’, recitava un vecchio detto popolare, ed probabilmente è meglio così, altrimenti la vita sarebbe troppo monotona; per questo è sempre bello viaggiare, esplorare, conoscere, immedesimarsi nelle tradizioni del posto che si va a visitare, altrimenti quali sarebbero le cose belle della vita? Oltretutto, chi ha la possibilità di potersi permettere di tanto in tanto un bel viaggetto per staccare un po’ la spina dalla routine quotidiana, non è detto che debba per forza scegliere mete turistiche di mare o di montagna, potrebbe anche decidere di voler fare una vacanza un po’ più particolare, bizzarra, magari addirittura trasgressiva.

Sono specialmente i maschietti quelli che si muovono alla scoperta di paradisi erotici, ma di tanto in tanto anche le femminucce non disdegnano farsi una scappatella, anche se bisogna dire che sono in netta minoranza; nazioni come Germania, Olanda, Svizzera, Malta possono considerarsi un po’ più ‘libertine’ rispetto ad altre colleghe europee, ed è lì che si concentra buona parte dei turisti sessuali europei, anche se il ‘mercato del sesso’ esiste un po’ dovunque.

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La prostituzione è legale quasi in tutta Europa

Quello della prostituzione è un tema difficile, anzi possiamo dire che lo è sempre stato da che mondo è mondo; nel corso della storia questo argomento si è trattato e legiferato più volte, ma alla fine ogni paese ha fatto liberamente la sua scelta, ed oggi esistono nazioni in cui la prostituzione è consentita e legalizzata, paesi dove non lo è categoricamente, e paesi invece dove sono state adottate quelle ‘mezze misure’ che inevitabilmente generano confusione.

In fondo non si capisce perché ci sia voluto così tanto tempo per capire che la prostituzione è sempre stato un fenomeno in continua crescita, e questo è un dato di fatto che riguarda un po’ tutte le capitali europee in generale; se ben controllata e legiferata, questa attività innanzitutto verrebbe sottratta dalle grinfie della malavita organizzata, e quindi non correrebbe il rischio di ‘trasformarsi’ in sfruttamento ed iinduzione alla prostituzione, in secondo luogo sarebbe soggetta anche ad un certo controllo sanitario, ed inoltre permetterebbe alle lavoratrici del sesso di essere anche ‘inquadrate’ a norma di legge, e pagare le relative imposte. Tutte cose positive che in alcuni posti non hanno ancora capito.

Il ‘neo-abolizionismo’ francese

Dunque dicevamo, ‘paese che vai, legge sulla prostituzione che trovi’, ed infatti in Europa esistono varie interpretazioni in merito a questo fenomeno; sono state Norvegia, Svezia, ed Islanda le prime tre nazioni ad approvare leggi per cercare quantomeno di ‘arginare’ il problema, e lo hanno fatto adottando una misura in particolare, ovvero quella di punire i clienti piuttosto che le prostitute. A questi tre stati nordeuropei si è in un secondo momento aggiunta anche la Francia, che dopo un paio di anni di dibattiti parlamentari in merito a questo tema, si è associata ai paesi menzionati.

Prima che fosse presa questa decisione, in Francia, paese in cui si calcola ci siano circa 100.000 prostitute ‘ufficiali’ se così si può dire (il numero non tiene infatti conto di gran parte delle attività svolte su internet), prostituirsi non era vietato, e continua a non esserlo anche oggi; l’unica novità fu introdotta nel 2003 dall’allora Ministro degli Interni Nicolas Sarkozy, che si inventò il reato di adescamento passivo, che sanzionava le prostitute che avessero attitato i clienti anche solo con un ‘atteggiamento passivo’, e che prevedeva una pena di 3.750 € di multa e due mesi di detenzione. Oggi invece, tanto in Francia come in Svezia, Islanda, e Norvegia, non sono più le prostitute ad essere punite, ma i clienti, la multa minima è di 1.500 €, ed i ‘recidivi’ rischiano di pagare il doppio e di farsi 6 mesi di carcere.

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Non è Amsterdam la capitale europea della trasgressione

Contrariamente a quanto si possa pensare, non è Amsterdam la capitale europea del sesso, anche se moltissime persone ne sono convinte semplicemente perché se ne parla molto; sarà forse per l’incanto del famoso ‘quartiere a luci rosse’, o magari per quella sorta di sensazione di libertà che si respira nell’aria (anche per merito dei coffeeshop dove si può ‘fumare’ in santa pace), ma fatto sta che, pur essendo tra le mete turistiche più gettonate per chi cerca sesso e trasgressione, non è la capitale olandese a detenere questo tipo di primato.

E’ infatti Berlino la capitale europea del sesso, ed è anche la città che è riuscita in un certo senso a ‘controllare’ meglio il fenomeno della prostituzione; si calcola che in Germania gli introiti provenienti dal mercato del sesso si aggirino all’incirca sui 15 miliardi di euro, e forse ciò è dovuto al fatto che le case chiuse sono state legalizzate dal 2002. Una delle più famose case di piacere della capitale tedesca è senza dubbio il Paradise di Saarbrucken, una struttura creata appositamente per offrire ai suoi clienti le condizioni migliori per poter fare sesso con prostituite in modo legale, controllato, e pulito.